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Febbre a 90 – 13a puntata

Un commento all’ultima di campionato, e poi notizie dal mondo, l’Europa e l’Italia.

La ventriquattresima giornata di campionato vede la Juventus battere con relativa facilità una Fiorentina in netta involuzione e allungare decisamente sul Napoli, a meno cinque. Quasi tutte le inseguitrici rallentano, dal secondo posto in già la classifica si accorcia con la Lazio terza che mantiene un solo punto di vantaggio sull’Inter e tre dal Milan. Altra batosta per la Roma che, nonostante un buon primo tempo, conferma la tradizione sfavorevole nei confronti di mister Delio Rossi, protagonista di un brutto gesto che gli costerà una o più giornate di squalifica.

La Vecchia Signora si conferma una schiacciasassi nelle mura amiche, vincendo per due a zero grazie alla rinascita delle sue punte, Vucinic e Matri, molto bistrattate negli ultimi tempi. Critiche ingenerose nei confronti di una squadra che esprime ad oggi un profilo tecnico e tattico superiore di una spanna rispetto al Napoli. I partenopei, dal canto loro, hanno trovato una Lazio davvero rediviva, che per un’ora abbondante ha espresso un gioco straordinario fatto di pressing alto, intensità agonistica, sovrapposizioni e diverse palle gol non sfruttate al meglio. Nuova grande prestazione dell’ex vice Klose, Sergio Floccari, che oltre al gol colpisce un palo e una traversa. Il Napoli è uscito alla distanza, con convinzione e soprattutto grazie alla qualità della sua panchina, con gli inserimenti di Insigne, Calaiò ed El Kaddouri, arrivando a schierare nel secondo tempo quattro punte pure e un trequartista! La Lazio invece ha dovuto inserire il modesto Cana al posto del dinamico e generoso Gonzales. Dopo il pari del Napoli, acciuffato all’88’ con uno splendido tiro al volo di Campagnaro, Petkovic ha buttato nella mischia il neoacquisto Saha per scuotere i biancocelesti, che infatti nei minuti di recupero sfiorano per ben tre volte il nuovo vantaggio. Morale della favola: la Lazio si ritrova (nonostante la nuova contestazione a Lotito) e guarda con fiducia all’appuntamento di Europa League, mentre il Napoli deve rinviare i sogni di gloria in chiave scudetto.

Al Marassi di Genova va in scena un match dal sapore speciale: da una parte, l’esordio di Andreazzoli, ex ai tempi di Spalletti, chiamato dopo l’esonero burrascoso di Zeman; dall’altra, il mister della Samp Delio Rossi che sembra avere un conto aperto con i giallorossi. Il primo tempo della Roma è volitivo, un 3-5-2 corto e aggressivo, gli esterni molto alti, pressing fino i pressi dell’area avversaria. In campo si rivedono i grandi esclusi di Zeman, da De Rossi a Stekelenburg, a conferma di una radicale discontinuità con le scelte del boemo. Lamela è in forma e si vede, spostato a destra punta sempre l’uomo per poi accentrarsi, mettendo in difficoltà tutta la retroguardia doriana.

Nella ripresa la Roma riparte con meno convinzione, su un rovesciamento di fronte arriva il gol dei genovesi, che infilano la retroguardia con un taglio micidiale di Estigarribia. Riemergono così i fantasmi di una stagione difficile, ma la Roma riprende il forcing che viene premiato con un rigore netto. Osvaldo toglie la palla a Totti e si prende una responsabilità di non poco conto: rincorsa rallentata, tiro fiacco e centrale, che Romero para con facilità. Lo sguardo di Totti vale più di mille commenti. Ora la Samp vola soprattutto grazie all’inserimento del giovane Sansone, ex granata, che raddoppia su una punizione millimetrica che si infila nell’angolo della porta protetto dal portiere olandese. Partita chiusa? Neanche per sogno, grazie al solito Lamela, che fredda Romero dal centro dell’area. Nemmeno il tempo di riaccendere le speranze che Icardi, su calcio d’angolo, devia un pallone che passa sotto il corpo del portiere giallorosso. Il finale di partita consegna un indecoroso scambio di insulti tra Delio Rossi e alcuni giocatori della Roma, con l’allenatore romagnolo che colpevomente paga le vecchie ruggini dei derby romani.

Ma il calendario non dà tregua alle emozioni, consegnadoci per il prossimo turno un imperdibile Roma-Juventus, crocevia decisivo in chiave scudetto per i bianconeri, per la salvezza della stagione per i giallorossi. Siamo sicuri che sarebbe stata l’unica gara che il vecchio Zeman avrebbe voluto giocare a tutti i costi.

Chiudiamo con tre notizie particolari che, a diverso livello, vedono protagonisti società, giocatori, addetti e tifosi.Un nuovo scandalo scommesse si è abbattuto sul calcio europeo: l’Europol ha annunciato di aver sgominato un’organizzazione criminale, le cui fila erano tirate dall’Asia, che avrebbe truccato piu’ di 380 partite in oltre una quindicina di Paesi, tra cui Gran Bretagna, Germania, Olanda, Ungheria, Turchia, Svizzera, Austria e Slovenia. Una cinquantina di membri dell’organizzazione sono gia’ stati arrestati mentre sarebbero coinvolti 425 tra arbitri, calciatori e dirigenti. Il direttore dell’agenzia anti-crimine dell’Unione europea, il britannico Rob Wainwright, ha spiegato che per un anno e mezzo sono state condotte indagini su un totale di piu’ di 400 incontri, per almeno 150 dei quali sono state raccolte prove inconfutabili di frodi sportive. Oltre a gare di campionato, tra cui due di Champions League (uno disputato in Gran Bretagna), sono sospette alcune qualificazioni ai mondiali di calcio e un’amichevole tra le nazionali di Bolivia e Argentina. I truffatori avrebbero intascato complessivamente 8 milioni di euro, versandone 2 milioni in tangenti, la piu’ alta tra le quali ha raggiunto i 140.000 euro.

Andiamo in Africa. La Nigeria ha vinto la Coppa continentale per la terza volta nella storia del trofeo. Nella finale giocata allo stadio Soccer City di Johannesburg, la nazionale nigeriana ha battuto per 1-0 il Burkina Faso, la rivelazione del torneo. Il gol decisivo ha portato la firma di Sunday Mba al 40′, una rete che ha consentito alla Nigeria di conquistare il tetto del calcio africano conquistando il suo primo titolo continentale in quasi due decenni. Per il ct nigeriano Stephen Keshi è il secondo successo in Coppa d’Africa dopo quello ottenuto da capitano nel 1994. Mba ha deciso la partita davanti ai circa 87.000 tifosi in festa. Ma la vittoria delle aquile biancoverdi ha portato con sé una polemica feroce: l’Associazione delle prostitute nigeriane aveva infatti promesso una settimana di sesso gratuito nel caso la Nazionale avesse vinto la Coppa d’Africa. Da una parte, le proteste delle associazioni contro lo sfruttamento e la violenza sulle donne; dall’altra, chi sostiene la libera scelta delle sex workers nigeriane organizzate in un un’associazione pubblica, legale e riconosciuta.

Chiudiamo tornando in Italia, a Napoli. Si chiamano “Pochos”, perchè sono prima di tutto tifosi partenopei e fan di Lavezzi. Ma sono anche la prima squadra dichiaratamente gay di Napoli, che si è presentata alla città in un incontro al quale sono intervenuti Alessandro Cecchi Paone, l’ex calciatore del Napoli Gianni Improta e l’assessore comunale allo sport Giuseppina Tommasielli. Il 23 febbraio i Pochos faranno il loro esordio in un torneo organizzato a Firenze per celebrare l’arrivo di Napoli nel novero delle città che combattono l’omofobia nel mondo del calcio. Un evento culturale dirompente in un ambiente sportivo, quello calcistico, segnato profondamente da ipocrisia, volgarità e atteggiamenti omofobi. Sarebbe bello che altre città e tifoserie rompessero gli indugi replicando l’iniziativa.