PRECARIETÀ

EXPO 2015, Aldo Grasso e il carrozzone della vergogna

“I giovani non hanno più voglia di lavorare”. Così Aldo Grasso, dal sito del Corriere, attaccava ieri i giovani che rifiutano un lavoro sottopagato e precario ad EXPO 2015. Centinaia di precari insultati perchè non vogliono farsi sfruttare
Leggi anche la lettera di Selene Aldo Grasso, grazie per il suo editoriale

Ci risiamo. Ogni tanto – almeno una volta ogni due mesi – politici, imprenditori e figli di papà vari si mettono a pontificare sulla disastrosa situazione che riguarda il mondo del lavoro giovanile. Parleranno dei contratti a nero? Parleranno delle false partite Iva? Parleranno della vergogna degli stage non retribuiti? Ma quando mai! Il discorso si attesta sempre sulla stessa, identica, patetica solfa: “i giovani non lavorano perché vogliono rimanere a casa con mamma e papà”, “i giovani non vogliono più fare lavori umili”, “i giovani sono tutti sfigati, choosy e bamboccioni”. Ultimo, ma non in termini d’importanza, è stato il critico Aldo Grasso ad esprimersi – dall’alto della sua carriera di critico televisivo e dei suoi migliaia di euro guadagnati al mese – sul tanto mainstream tema della famigerata “disoccupazione giovanile”. Occasione è stata la notizia, pubblicata dal Corriere della Sera, che molti ragazzi avrebbero rifiutato un posto di lavoro all’Expo 2015 pagato 1300 euro al mese. Aldo Grasso ha dichiarato: “In queste contingenze, in questo momento di crisi, è impensabile che qualcuno rifiuti un lavoro. Inutile fare del moralismo, le cose vanno così. Probabilmente c’è una generazione che non è ancora stata abituata al lavoro, anche al lavoro estivo, ma credo che dovrà imparare presto”.

Il signor Aldo Grasso probabilmente fa parte di quella schiera di persone – che, guarda caso, nella totalità dei casi detiene una posizione di potere – che ama mistificare, a beneficio d’imprenditori e classe governativa (che nell’Expo2015 ha investito tutto, anche se con scarsi risultati) la situazione lavorativa attuale, soprattutto quando si tratta dei cosiddetti “giovani”. Giovani che, purtroppo, sono abituati non solo al mondo del lavoro, ma anche a vivere le peggiori condizioni di sfruttamento possibile. Call center dove la paga è di 2,60€ l’ora, ristoranti dove si lavora in nero per 30€ a sera in turni di circa otto ore, bar situati in posti improbabili – generalmente posti chic in centro città ma sempre a nero – dove il capo ti minaccia se osi chiedere un aumento. Agenzie che non ti pagano per il lavoro da hostess/promoter e, se minacci di fare causa, loro minacciano di fallire, grandi centri commerciali dove le commesse vengono picchiate, multinazionali che ti assumono per tre mesi per 500 euro al mese, aziende che fanno falsi contratti da stage a 300€ al mese, aziende che fanno falsi contratti da stage a stipendio zero, aziende che ti fanno aprire una falsa partita Iva quando rientreresti nella tipologia del lavoro subordinato. La lista potrebbe continuare ancora per molto, ma per comodità editoriale ci fermeremo qui.

Rifiutare un lavoro da 1300 euro per Expo2015? A parte che, come riportato dalle testimonianze riportate da alcuni ragazzi che hanno partecipato alle selezioni,( leggi qui e i commenti sotto l’articolo che trovi qui) la paga non era proprio quella, ma andava a scendere di molto. Senza contare che poi, chi avrebbe avuto il “privilegio” di avere un “contratto d’apprendistato” (ma poi, apprendistato di che? Era per caso la forma contrattuale che costava di meno?) a 1300 euro al mese, avrebbe dovuto pagarsi alloggio, trasporto, e pasto tutti i giorni. E ricordiamo, nel contratto erano compresi domeniche, turni notturni e festivi. Che, in un paese civile, sono pagati il doppio di un giorno feriale.

Sinceramente siamo anche un po’ stanchi di doverci giustificare ogni qualvolta rifiutiamo le condizioni di sfruttamento imposte dal mercato del lavoro. Siamo stanchi di dovervi ricordare che ogni singolo lavoro di merda che esiste nel mondo noi l’abbiamo fatto e continuiamo a farlo. Siamo stanchi di ricordarvelo perché voi che continuate a gettare fango sulla nostra generazione di precari e di sfruttati, in realtà sapete benissimo qual è la situazione reale in cui versiamo noi “giovani”. Solo che vi conviene continuare a mistificare e a darci dei bamboccioni e dei nullafacenti perché, dalla vostra posizione di servi del potere, vi serve continuare a far credere che il mondo del lavoro sia talmente inaccessibile e che, oggi, dobbiamo accettare ogni condizione di sfruttamento ci venga imposta.

Beh, non è più così. Il segnale dato da Expo2015, il rifiuto di migliaia di giovani che non hanno voluto accettare lavori gratuiti o mal pagati, e la difficoltà che avete avuto anche solo a vendere i biglietti di questo evento che non ha nulla di accettabile, è un chiaro segnale che in migliaia hanno deciso di non sottostare più alla vostra logica di mercato che, per la vostra sopravvivenza, prevede la nostra distruzione.