DIRITTI

Basta sgomberi a Roma. Solidarietà da Roma Comune e Non una di meno

Mentre gli ex lavoratori dei canili comunali combattono la loro strenua battaglia contro la privatizzazione del servizio a mezzo di regolare bando pubblico e contro i conseguenti licenziamenti, un altro sgombero si consuma a Roma.

Stavolta è il turno dell’occupazione abitativa ai Colle Monfortani, sulla via prenestina. Occupazione che un anno fa aveva già respinto ripetuti tentativi di sgombero, opponendo il diritto all’abitare e agli spazi comuni della città alla proprietà privata, in questo caso proprietà del Vaticano. Un corteo in solidarietà partito a San Basilio da un picchetto anti sfratto è stato altrettanto caricato dalla Polizia. lo sgombero è tanto più odioso perché, in pieno inverno, interviene a togliere casa a chi nessuna istituzione l’ha garantita, perché fa valere la legge, quella del più forte, quella della proprietà privata.

Che legalità è quella che nega la giustizia sociale? Del rispetto di quali regole parliamo quando la guerra è contro i poveri? Di che equità parliamo quando il governo si riduce all’obiettivo del pareggio di bilancio e della tutela degli interessi di pochi contro i molti? La nostra solidarietà va a chi paga un prezzo troppo alto per conquistare un diritto fondamentale come la casa, e in particolare alle 16 persone arrestate durante le operazioni di sgombero.

Roma Comune / Decide Roma

I diritti di donne e minori sotto attacco. Casa, welfare per tutt*

Denunciamo con forza quanto avvenuto quest’oggi durante lo sgombero dello stabile occupato di Colle Monfortoni a Roma, dove durante le operazioni di sgombero i nuclei familiari sono stati divisi e alle donne, anche madri con bambini, è stato proposto di firmare per essere ospitate in case famiglia separati dai propri mariti, padri, fidanzanti.

Davanti al rifiuto di questa proposta i servizi sociali hanno minacciato di togliere i bambini e le bambine alle loro madri. Fortunatamente, nonostante le minacce, le donne hanno saputo resistere e si sono opposte con forza alle condizioni poste dai servizi sociali. Nella minaccia di sottrarre i figli e le figlie alle proprie madri leggiamo una forma di violenza tipica dell’uomo abusante, violenza cui evidentemente le politiche, ormai solo di tipo securitario, si stanno ispirando per gestire il dissenso delle donne. Nel ripudiare le pratiche che sono state messe in atto questa mattina, esprimiamo la nostra solidarietà alle occupanti e agli occupanti.

#NonUnadiMeno