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Appello in sostegno del Valle Occupato

Appello internazionale in sostegno del del Teatro Valle: “L’esperienza italiana, nata nel 2011, è l’esempio di come si trasforma un prestigioso teatro in un bene comune”. Leggi anche: Se Marino vuole sgomberare il Teatro Valle

Dal 14 giu­gno 2011, una comu­nità di arti­sti e mili­tanti ha tra­sfor­mato il Tea­tro Valle, il più antico e pre­sti­gioso tea­tro di Roma che rischiava di essere pri­va­tiz­zato, in uno dei più avan­zati espe­ri­menti di fusione tra la lotta poli­tica e le arti per­for­ma­tive nel mondo attuale. Nell’interesse delle gene­ra­zioni future è stata creata un’entità giu­ri­dica deno­mi­nata “Fon­da­zione tea­tro Valle Bene Comune” che ha rac­colto l’adesione di quasi 6 mila per­sone. È stato il frutto di un nuovo e genuino pro­cesso di coo­pe­ra­zione tra alcuni giu­ri­sti molto noti e l’assemblea degli occu­panti. Un notaio ha rico­no­sciuto l’esistenza della Fon­da­zione, men­tre il Pre­fetto di Roma ne ha negato la per­so­na­lità giu­ri­dica soste­nendo che il pos­sesso della strut­tura non è un titolo suf­fi­ciente per avviare la Fondazione.

Tut­ta­via, nei tre anni di occu­pa­zione, mai for­mal­mente auto­riz­zati, il Valle è riu­scito a diven­tare una nuova isti­tu­zione del Comune, stu­diata in tutto il mondo e oggetto di nume­rose pub­bli­ca­zioni. Nes­suna auto­rità a Roma ha mai chie­sto agli occu­panti di lasciare e il tea­tro, men­tre la muni­ci­pa­lità ha pagato le bol­lette della cor­rente elet­trica, 90 mila euro all’anno, oggi è dif­fi­cile negare che l’occupazione è stata lar­ga­mente tol­le­rata per­sino dal pre­ce­dente sin­daco post-fascista. Cer­ta­mente gli occu­panti hanno pre­stato grande cura per l’antico tea­tro, hanno rac­colto fondi per pic­coli restauri e hanno gene­rato in tre anni spet­ta­coli di ecce­zio­nale inte­resse, per­for­mance, assem­blee, pro­grammi edu­ca­tivi ai quali la popo­la­zione ha avuto accesso attra­verso un sistema di dona­zione basata sulle pos­si­bi­lità di ciascuno. L’esperienza del Valle ha anche ispi­rato azioni simili mirate alla pro­te­zione dei tea­tri e degli spazi pub­blici in tutta Ita­lia e sta pro­muo­vendo in tutto il paese espe­rienze di codi­fi­ca­zione delle isti­tu­zioni del comune che coin­vol­gono una ven­tina tra i mag­giori giu­ri­sti ita­liani. Il Valle ha pro­dotto spet­ta­coli in scena in tutta Europa e ha attratto molti arti­sti e intel­let­tuali europei.

La Euro­pean Cul­tu­ral Foun­da­tion, tra gli altri, ha asse­gnato al Valle il pre­sti­gioso pre­mio Prin­cess Mar­gritt Award to the Tea­tro Valle, men­tre il Zen­trum fur Kunst und Medien­technologie (ZKM) di Kar­srhue ha dedi­cato a que­sta espe­rienza uno spa­zio in una recente mostra inter­na­zio­nale dedi­cata ai movi­menti sociali nel mondo.

Dopo le ele­zioni euro­pee dello scorso mag­gio, forse come con­se­guenza di una malin­tesa istanza lega­li­stica det­tata dal nuovo governo, i primi nego­ziati per risol­vere il con­flitto sulla tito­la­rità del tea­tro sono stati improv­vi­sa­mente inter­rotti quando l’assessore alla cul­tura della città di Roma si è dimessa senza essere ancora sosti­tuita. Come rispo­sta alla richie­sta della Fon­da­zione di ripren­dere i nego­ziati, il nuovo sin­daco di Roma, un mem­bro del par­tito Demo­cra­tico e noto chi­rurgo, ha rila­sciato alcuni giorni fa una dichia­ra­zione in cui chiede agli occu­panti di lasciare il tea­tro, minac­ciando l’intervento della poli­zia e ha pro­po­sto un bando pub­blico per pri­va­tiz­zare la gestione dello spazio.

Que­sto non può acca­dere! La città di Roma, come cen­tro cul­tu­rale mon­diale merita una rispo­sta migliore alle istanze poste dal Valle. Rivol­giamo un forte appello alle auto­rità poli­ti­che ita­liane per cer­care un metodo che faci­liti, e non repri­mano, gli espe­ri­menti isti­tu­zio­nali e cul­tu­rali nella gestione dei beni comuni.

Ugo Mat­tei, Uni­ver­sità di cali­fo­ria, Hastings e Torino

Sal­va­tore Set­tis, Acca­de­mia Nazio­nale dei Lin­cei

David Har­vey, Gra­duate Cen­ter of the City Uni­ver­sity New York

Sla­voj Zizek, Bir­k­beck Insti­tute for the Huma­ni­ties

Étienne Bali­bar, Uni­ver­sity Cali­for­nia Irvine

Michael Hardt, Euro­pean Gra­duate School Saas-Fee, Sviz­zera

Costas Dou­zi­nas, Bir­k­beck Insti­tute for the Huma­ni­ties

Peter Wei­bel, arti­sta Zkm

Freddy Gru­nert, arti­sta

Sasa Dobri­cic, arti­sta

Lynn Hersh­man, arti­sta

Cle­mens V. Weder­meyer, arti­sta, David Bol­lier, Uni­ver­sità della Cali­for­nia del Sud

Tom Kerns, con­si­gliere dei diritti umani e ambien­tali

San­dro Mez­za­dra, Uni­ver­sità di Bolo­gna

Tomaso Mon­ta­nari, Uni­ver­sità degli studi di Napoli Fede­rico II

Pene­lope Simons, uni­ver­sità di Ottawa

Anna Grear, Uni­ver­sità di Wai­kato, Nuova Zelanda

Burns H Weston, Uni­ver­sità dell’Iowa, Stati Uniti

Aled Dilwyn, Uni­ver­sità di Oslo; Uni­ver­sità di War­wick

Donald K. Anton, Uni­ver­sità nazio­nale australiana

Fabrizio Tamburini, Astrofisico