#22F sia folgorante la loro fine la lettera di Mattia al corteo per Carla e Valerio Verbano

Il corteo di Valerio Verbano per me è sempre significato un momento dell’anno in cui non si poteva mancare, infatti è forse stato uno dei momenti a cui ho partecipato fin da piccolo, in maniera individuale, che mi ha portato poi ad avvicinarmi alla politica e alle scelte che tutt’oggi porto avanti.

Credo che la storia di Valerio sia importante per molti motivi, sicuramente il primo è la capacità che la sua storia ha di sbatterti in faccia la realtà nuda e cruda riuscendo in un attimo a togliere le varie foglie di fico che coprono l’oscenità del mondo in cui viviamo e diventare subito storia collettiva. Di fronte alla realtà di Valerio non esistono sfumature, non esistono letture di “cronaca”, chi sceglie di abbraccaire la causa e la verità di Valerio sceglie di aprire gli occhi e di fare scelte di coerenza e di dignità nella propria vita.

In questi giorni non saprei quante volte mi sono sentito dire frasi del tipo “smettila di fare il rivoluzionario, rimettiti a studiare” e cose simili, ma questi quì forse non sanno che qua nessuno ha l’ambizione di risultare rivoluzionario, qui si tratta di una scelta di coerenza di chi guarda se stesso in quanto soggetto, si vede nel contesto e capisce che l’unico modo per avere una vita più dignitosa è lottare, tutto qui.

Per tornare alla tristezza, alla rassegnazione, allo squallore di una vita senza lotta, senza la ricerca di una vita migliore, c’è sempre tempo.

Mi ritrovo quindi oggi a non poter uscire di casa per venire al corteo per Valerio Verbano che in se è sempre significato molto di più e in questo anno assume ancora una volta la voce delle lotte sociali, delle lotte territoriali e di resistenza ,a rappresentare quella cultura politica che continuiamo a costruire e portare avanti in ogni gesto, ogni giorno, ogni lotta.

Mi ritrovo nella condizione in cui oggi uscire di casa varrebbe come un evasione, mi ritrovo sotto il controllo dello stato, lo stesso che per anni è stato assente nella mia vita (quando andavo a scuola, quando sono stato male, quando ero senza un soldo) riconosce in me un problema e quindi bisognoso di controllo, di essere represso.

Oggi lottare non è facile, come non lo è mai stato, ma oggi più che mai,forse, è difficile capire come creare l’alternativa all’esistente e allo stesso tempo capire in che maniera si va veramente a bloccare quell’ingranaggio complesso che sta sopra le nostre teste.

Sicuramente sappiamo che se la fase che viviamo è quella della dittatura finanziaria e del neoliberismo che fonda il modello dell’impresa come carattere dei governi e dei governati rendendoci tutti neoliberisti,tutti imprenditori di noi stessi, allora la risposta non può che essere collettiva, ampia, piena di differenze ma netta e determinata, pronta a non trattare nulla.

E allora forse qualche passo lo stiamo facendo nella direzione giusta , forse il messaggio che ci arriva con questo clima intimidatorio fatto di misure ed arresti deve servire solamente a capire che stiamo realmente rappresentando un problema e che perciò dobbiamo continuare senza paura e senza dubbi.

Lottare oggi significa uscire dalla condizione di “invisibilità” vuol dire riprendere consistenza e riacquistare un corpo, vuol dire non essere solo un numeretto di statistiche su cui basare le manfrine politiche e i giochi di speculazioni varie, vuol dire ridiventare protagonisti della propria esistenza e dell’esistenza di tutt@.

Nella realtà è sempre Golia a vincere.Ma non per questo Davide smetterà di guardarsi intorno, cercando una nuova pietra da scagliare.

a sarà dura

Mattia di Alexis