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Assedio ai palazzi della crisi – cronaca #19o

Ultimi aggiornamenti, domenica 20 ottobre. Accampamento e assemblea a Porta Pia. “Il ministro Lupi ha deciso di organizzare un incontro con i movimenti per martedi’ prossimo”. Lo annunciano i manifestanti accampati a Porta Pia, durante la grande assemblea. Il tavolo sara’ incentrato sull’emergenza abitativa, e l’incontro e’ previsto per le 18, anche con i sindaci di diverse citta’.
“Domattina saremo a Piazzale Clodio. Non ci sono buoni e cattivi. Tutti liberi, tutte libere”, è la proposta uscita sempre dall’assemblea. Al Tribunale di piazzale Clodio ci sarà il processo per direttissima agli arrestati in seguito agli scontri di ieri.

La diretta multimediale della giornata di assedio del 19 ottobre. Diretta radiofonica a cura di RadioSonar Ascolta Ora!. La cronaca della giornata di mobilitazione contro l’austerity sulle pagine di DinamoPress Se volete inviarci materiale: dinamozine@gmail.com. Stay tuned.

Segui il corteo sulla mappa in continuo aggiornamento:

19,30 Porta Pia continua ad essere occupata e lo sarà per tutta la notte, la polizia continua a presidiare il ministero

18,50 sarebbero dieci gli attivisti fermati “chiediamo la loro immediata liberazione”

18,40 cordoni a tutela dell’acampada che si va formando

18,35 si piantano le tende a Porta Pia, l’assedio continua

18,30 sanzionata l’ambasciata tedesca

18,25 il corteo si è ricompattato e sta assediando il Ministero delle Infrastrutture, ricomincia il lancio di fumogeni e petardi

18,20 la testa è arrivata a Castro Pretorio, sanzionata la sede di Trenitalia

18,13 il corteo si ricompatta e sfila su via Goito: “non è finita, resistiamo”. Salutati da occupazione di rifugiati eritrei

18,10 barricate in via Quintino Sella per proteggere il corteo, lanciati lacrimogeni su via XX settembre, lo spezzone della lotta per la casa e delle lotte territoriali ha raggiunto Piazza Indipendenza

18,05 il corteo è diviso in due la testa prosegue verso Castro Pretorio, gli spezzoni dietro bloccati all’imbocco di via XX settembre

18,00 il corteo non si disperde, anche se c’è uno spazio di vuoto davanti al Ministero dell’Economia

17,50 la polizia carica i manifestanti fuori il Ministero dell’Economia, caroselli con i blindati

17,45 il corteo si cordona di fronte al Ministero dell’Economia: continuano i lanci di fumogeni e petardi

17,55 Il corteo non si disperde

17,40 petardi e fumogeni l’assedio al Ministero dell’Economia continua

17,30 migliaia di persone assediano il Ministero dell’Economia: “questo è il ministero della precarietà e della povertà”

17,22 la testa del corteo si avvicina al Ministero dell’Economia e lancia uova: “è ora dell’assedio!”

17,20 il corteo sfila lentamente, un folto gruppo di manifestanti tutela la manifestazione dai fascisti di CasaPound e dalla polizia

17,05 Tangodown3! Anonymous tira giù il sito della Cassa Depositi e Prestiti

17,00 la testa del corteo entra a Piazza della Repubblica: “siamo almeno 70,000”. Respinta la provocazione dei fascisti tutelati dalle forze dell’ordine, il corteo prosegue.

16,55 Tangodown2! Anonymous tira giù anche il sito della Corte dei Conti

16,50 migliaia di persone sfilano dietro le bandiere dell’Europa Pirata e cantano: “noi siamo il movimento che scriverà la storia, passo dopo passo fino alla vittoria! L’Europa della banche vogliamo cancellare ci siamo messi in marcia provateci a fermare!”

16,45 Tangodown! Anonymous tira giù il sito del Ministero delle Infrastrutture

16,40 polizia permette provocazione dei fascisti di CasaPound, lancio di petardi e bottiglie contro i fascisti

16,15 la testa a Santa Maria Maggiore. Il corteo s’ingrossa e rimane serrato: negli striscioni, negli slogan, nei cartelli protagonista assoluto sono le lotte.

15,45 sfiliamo su via Merulana mentre la coda è ancora dentro Piazza San Giovanni. Tutte le vie laterali sono militarizzate e chiuse, nonostante il clima che hanno provato a creare le istituzioni, comprese le provocazioni di oggi del Ministro degli Interni Angeli Alfano, la manifestazione continua ad essere allegra e determinata, senza paura.

15,30 il corteo parte, lo striscione d’apertura “una sola grande opera casa e reddito per tutt”

15,20 rifugiati eritrei gridano “Lampedusa! Lampedusa!”, oggi in piazza anche per dire no alla BossiFini e alla fortezza europea

15,10 rilasciati i pullman da Milano e Brescia

15,00 il corteo muove i primi passi. Siamo almeno in 20,000 un corteo rumoroso, di massa, gioioso e determinato: il terrorismo mediatico non ha funzionato

14,50 dietro i movimenti per il diritto all’abitate s’iniziano a posizionare le lotte territoriali e per i beni comuni a cominciare da #notav #nomuos e #noexpo

14,45 il corteo s’incolonna e si prepara a partire. In testa i movimenti per il diritto all’abitare, in migliaia dalle occupazioni dello Tsunami Tour di Roma: “una sola grande opera casa e reddito per tutti”

14,35 la piazza si riempie: aspettiamo l’arrivo di tutti i pullman fermati dalla polizia. Tanti rifiugiati e migranti in piazza:

14,15 in migliaia in corteo selvaggio arrivano a Piazza San Giovanni, in testa le banidere europee con il jolly roger.

14,00: lotte territoriali, sindacati di base, movimenti per il diritto all’abitate, precari e studenti. Piazza San Giovanni si comincia a riempire delle mille facce delle lotte

13,30: in corteo selvaggio verso Piazza San Giovanni da San Lorenzo e dalla Sapienza

12: Piazza San Giovanni si risveglia in tenda, dopo il concerto di ieri sera e la manifestazione di 50,000 persone dei sindacati di base. Cominciano ad arrivare le delegazioni da tutta Italia. Roma è completamente militarizzata, al momento sono in tutto quattordici le persone denunciate durante i controlli di polizia, diversi i fogli di via dalla città. Intensi i controlli ai caselli autostradali per i pullman che stanno raggiungendo la manifestazione: identificazione per tutti e perquisizioni.

Breve storia ragionata dei ministeri da assediare:

Gli edifici che il corteo intende raggiungere ed assediare sono all’interno di quella zona di Roma dove la rendita l’ha fatta da padrona per decenni. Una consistente parte della città che con la Lottizzazione Ludovisi (1833) ha trasformato in “edilizia” un territorio di oltre 30ettari di altissimo valore paesaggistico, vegetazionale ed ambientale.

I ministeri atterrarono con l’unità di Italia da Torino proprio all’interno e intorno a questo terreno portando, insieme ai loro massicci ingombri volumetrici, le altrettante massicce volumetrie residenziali. I “casermoni” (così fu ribattezzata dai romani quella tipologia a loro estranea) dove alloggiare il personale chiamato a dar vita alla macchina amministrativa del nuovo Stato.

Nella seconda parte del novecento questa “macchina” crescendo, non solo si è andata espandendo ovunque nel vasto territorio romano, generando un numero assolutamente imprecisato di “satelliti”, ma si è barbaramente arroccata intorno ai suoi primi edifici. Rifiutando con determinazione ogni ipotesi di delocalizzazione in un sistema esterno al centro storico, ha accompagnato la bulimia espansionistica crescendo su se stessa con la conseguente scomparsa, nella parte antica della città, di un sempre più massiccio numero di unità abitative.

Non è un paradosso dunque che questi tre edifici pensati per gestire, tra le altre cose le forme dell’abitare, siano circondati da un tessuto dove la rendita immobiliare, che loro non hanno voluto combattere, ma che hanno incoraggiato, abbia espulso in continuazione abitanti. E’ la precisa traduzione in pietra del modello proprio alla costruzione capitalistica dello spazio della città.

Anche simbolicamente Il Ministero dell’ Economia (che dovrebbe stanziare i fondi per rendere possibili programmi edilizi); il Ministero delle Infrastrutture (che questi programmi dovrebbe progettare e realizzare); La cassa Depositi e Prestiti( oggi usata come un bancomat per dismettere quell’ingente patrimonio pubblico che se solo utilizzato in piccola parte, potrebbe risolvere il problema dell’emergenza abitativa), sono ben piantati nel terreno dove la rendita immobiliare ha compiuto i primi esercizi di attacco alla città cannibalizzando i suoi stessi abitanti.

Non a caso è proprio in questi edifici, oggi nascosti e protetti dalle paratie in legno, che si costruiscono le gambe della “manovra finanziaria” in ossequio ai dettami della troika, puntando a far fuori la nostra stessa vita.